TRANCE E TARANTISMO

TRANCE E TARANTISMO

di Alfredo Sgarlato

Lezione 5

Nelle lezioni precedenti abbiamo accennato agli stati di trance, o transe, oggi ne parleremo più specificamente. Per trance si intende uno stato di coscienza alterato, in cui uno o più individui si comportano come se fossero guidati (“posseduti”) da un’altra persona, ma ciò non avviene contro la loro volontà (o almeno non sempre): la trance è indotta mediante specifici rituali, che comportano la musica, generalmente molto ossessiva e scandita da tamburi, l’invocazione di divinità, il ballo o in generale lo sforzo fisico, a volte anche doloroso, in alcuni casi l’uso di droghe. È un fenomeno che, dove esiste, è socialmente accettato, tranne nel caso delle presunte possessioni diaboliche, e non considerato patologico, anzi, può far rientrare nella collettività persone escluse, come nel caso delle Bori del Niger, donne espulse poiché sterili, ripudiate, prostitute, che dopo essere state iniziate hanno di nuovo un ruolo nel villaggio. quando non è addirittura una forma primitiva di psicoterapia. Può essere individuale o collettiva. La forma classica di trance individuale è lo sciamanesimo.

Questo è diffuso soprattutto in Siberia e in Asia Centrale, da qui proviene il termine originale, il tunguso šamān, che forse è la resa in quella lingua del sanscrito śrāmaṇa o śrāmaṇera , ma anche in Melanesia, Estremo Oriente e tra i nativi americani. Ci si chiede se lo sciamanesimo sia nato in Siberia e da là si sia diffuso in altre zone del mondo, o se sia nato contemporaneamente in vari luoghi, rispondendo a un’esigenza comune della psiche umana: non abbiamo risposta, possono essere valide entrambe. Lo sciamano ha un ruolo fondamentale nella comunità, di medico, di guida, di risolutore di problemi. Sciamano si nasce, difficilmente si diventa: o si nasce in una famiglia di sciamani e si eredita il sapere, o si riceve una “chiamata”, o si è scelti dalla comunità dopo aver mostrato i “segni” della possessione divina (come abbiamo già detto, comportamenti “folli” in contesti e culture diverse possono essere visti come segni divini). I prescelti subiscono un rito di iniziazione che spesso mima la nascita: nelle comunità afroamericane vengono isolati, rasati totalmente o in parte (per somigliare di più a neonati), a volte avvolti in teli, e mimano il risveglio. Spesso lo spirito che domina lo sciamano è quello di un animale totemico, cioè sacro, e dotato delle caratteristiche idealizzate della tribù, come il lupo o l’aquila (non il coyote, che ha valenza negativa), e lo sciamano ne indossa le effigi.

Casi di trance collettiva sono presenti in tutte le epoche e in tutte le società. Nell’antica Grecia abbiamo le Menadi o Baccanti, sacerdotesse di Dioniso (divinità non di origine greca ma importata), dio della danza, della sessualità, dell’ebbrezza, della frenesia. Si contrappone ad Apollo, dio dell’equilibrio e della compostezza, della Ragione. Secondo Nietzsche esistono addirittura civiltà apollinee e dionisiache; oggi si è perso il culto di Dioniso e una società perfetta dovrebbe possederli entrambi (i Nazisti, fraintendendo Nietzsche, pensavano invece che il dionisiaco dovesse sostituire completamente l’apollineo. Consiglio di visione a proposito: “La caduta degli dei” di Luchino Visconti). Fenomeni di trance sono presenti nell’antica Roma, per poi quasi sparire in Occidente, esclusi un paio di casi che approfondiremo dopo. Sono presenti nel mondo islamico, i Sufi e i Dervisci, e molto diffusi in Africa: nel Mahgreb (Derdeba, musica Gnaua), in Etiopia (culto degli “Zar”), nel Dahomey (Songhay), nel Niger (Bori). Nel mondo cristiano scompaiono quasi, a parte in casi di eresie o sette religiose, come i Clysty in Russia. In questi casi si è scritto che i fenomeni di trance sono legati al più severo ascetismo o, al contrario, all’orgia, ma ciò non è mai veramente accertato, e spesso gruppi di eretici sono accusati dai potenti di costumi sessuali diversi da quelli della maggioranza. Vero è che comportamenti di provocazione sessuale sono spesso presenti in stato di trance. In Europa occidentale, dopo il Medioevo, l’unico fenomeno di trance studiato è quello delle presunte possessioni diaboliche, da cui la caccia alle streghe.

Fino al Rinascimento elementi di paganesimo erano presenti nella cultura popolare, soprattutto tra le donne, detentrici dei segreti delle piante, dell’erboristeria. Dopo la Controriforma la volontà di restaurazione porta alla persecuzione di questi culti pseudopagani, e ne deriva un fenomeno di isteria collettiva di cui fanno spese le donne. La caccia alle streghe coinvolge donne innocenti, viste come “pericolose” (troppo piacenti, troppo disinvolte, troppo colte …), ma le torture le portano a confessare delitti mai commessi. I processi sono pubblici: per molte donne sono l’unica occasione di esprimersi, e si immedesimano fin troppo nella parte; il pubblico maschile accorre numeroso, perché ha l’occasione di vedere una donna spogliata (consiglio per la visione de “I diavoli” di Ken Russel).

Il più noto fenomeno di trance persistente al giorno d’oggi è quello della religione sincretica afroamericana, nota come Vodu (o Vudù o Voodoo), ad Haiti, Candomblè a Bahia e Umbanda, o più popolarmente Macumba a Rio. Si chiama sincretica perché fonde elementi cristiani e pagani: le divinità principali, dette Loa Rada ad Haiti ed Orixas o Orishas in Brasile, assimilano Dei africani a figure sacre occidentali: Oxala è Gesù, Ogun, San Giorgio, San Geronimo Xango, Lazzaro Omulu, … Accanto a loro ci sono divinità minori, dette Loa Petro ad Haiti e Caboclos e Pretos Velhos in Brasile: antenati, figure storiche (Toussaint Loverture, primo presidente nero di Haiti, diventa un Loa), personaggi del folklore (Pantera Negra è il più potente tra i Caboclos). Poi ci sono gli Exu, superficialmente considerati demoni, ma più propriamente dei “trickster”, bricconi, imbroglioni: Hermes/Mercurio è un trickster. Le culture tradizionali, premonoteiste, vedono la realtà come duale, ma non nel senso di bene e mali, semmai di poli opposti ma necessari l’uno all’altro (per es. Yin e Yang): dove c’è ordine deve esserci anche un trickster a portare disordine. Gli Exu sono sette, uno, Pomba Gira, è la moglie di Lucifero. Una persona può essere posseduta (“cavalcata”) generalmente da uno spirito del proprio sesso, ma anche da una divinità di sesso opposto; può accadere ad omosessuali latenti, che in questo caso diventano liberi di esprimersi secondo la loro natura senza discredito sociale. Secondo gli haitiani durante la possessione l’anima (che chiamano “grande angelo bianco”) esce dal corpo, per essere sostituita dalla divinità. Molti testimoni (tra cui Julian Beck, il fondatore del Living Theatre) affermano che il candomblè è solo una messa in scena, e i posseduti sono in realtà ottimi attori. Non è del tutto falso: i riti di trance sono pubblici, gli spettatori partecipano (la Derdeba è l’unica situazione in Mahgreb in cui sono permessi musica e ballo) e secondo alcuni il teatro è la forma moderna e colta della trance. Al contrario, i fenomeni di trance hanno spesso valore di controcultura, o cultura popolare.

Il caso più interessante, e più vicino a noi, di trance come psicoterapia è quello del Tarantismo. Diffuso anticamente in tutto il Sud Italia, si riscontrava ancora negli anni ‘60 soprattutto nel Salento. È vero che il morso della tarantola provoca uno stato di prostrazione e comportamenti simili a una psicosi o a una depressione; ma le persone dette tarantolate avevano sì gli stessi comportamenti di chi era morso dal ragno, ma andando a investigare si trovava una causa sociale: donne malmaritate o tradite, uomini disoccupati o vessati dal padrone. Lo studio più sistematico sul fenomeno è quelle fatto dall’antoprologo Ernesto De Martino, insieme a Diego Carpitella, musicologo, Giovanni Jervis, psichiatra e Letizia Jervis Comba, assistente sociale, poi riportato nel libro “La terra del rimorso”. Gli studiosi videro come i cosiddetti tarantati uscissero da uno stato di prostrazione e apatia mediante un lungo rituale fatto di musiche ossessive (tamburello e violino, a volte anche altri strumenti: Carpitella notò similitudini col blues e con musiche africane), ballo, e sventolamento di panni colorati. Il “paziente” si scatenava nel ballo, imitando il comportamento del ragno, e mostrando anche sintomi di tipo isterico ormai rarissimi, per poi cadere nel sonno ristoratore. I rituale durava anche giorni ed era molto costoso; spesso era il datore di lavoro a pagarlo per poi aver restituiti i soldi sotto forma di ore in più.

Durante i riti a volte viene recitata questa filastrocca:

O Santu Paulu meu delle tarante
che pizzichi le caruse tutte quante
O Santu Paulu meu delle tarante
che pizzichi le caruse ‘nmezz’all’anche
e le fai sante
O Santu Paulu meu de li scorpioni
che pizzichi li carusi in’tu i balloni

Vedete come nella cultura popolare sacro e profano, cristianesimo e paganesimo e sessualità si mescolino allegramente.

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