COLLEGIO DEI FILIPPINI

COLLEGIO DEI FILIPPINI

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Il Collegio di San Filippo Neri fu progettato da Simone Mancuso e costruito nel 1703 proprio nelle vicinanze della Chiesa di S. Giuseppe. La sua peculiarità è l’atrio con un pozzo centrale.

L’edificio fu destinato a convento dei frati filippini. Dopo la soppressione dell’ordine, nel 1886 passò al comune. Nei primi del ‘900 ospitò l’istituto tecnico per geometri, mentre l’ala dell’edificio che dava sulla via Bac Bac, ospitava una scuola elementare. Negli anni ‘70 il piano terra fu sede di alcuni uffici del comune, mentre il piano superiore fu abbandonato. Divenuto ormai fatiscente, il collegio dei filippini rimase chiuso per molto tempo, sino a quando un’accurata opera di restauro conservativo lo restituii alla cittadinanza.

Oggi sede di diverse mostre permanenti e temporanee, sono presenti quadri del Giambecchina, LoJacono, Politi e Santella.

Le famose collezioni del Lojacono e del maestro Gianbecchina sono frutto di importanti donazioni, la prima da parte degli eredi del Sinatra, a suo tempo proprietario della stessa, la seconda da parte degli eredi dello stesso artista nativo della zona (Sambuca di Sicilia, 2 agosto 1909 – Palermo, 14 luglio 2001).

L’edificio del Collegio ospita la pinacoteca d’arte antica, con tavole e tele realizzate tra il Quattrocento e il Settecento da fra’ Felice da Sambuca, fra’ Fedele da San Biagio, Giuseppe Cristadoro, Piero Novelli, Luca Giordano, Vincenzo degli Azani, Vincenzo Camuccini: uno straordinario viaggio nell’arte lungo cinque secoli.

Sorprendente la galleria intitolata a Giuseppe Sinatra con oltre cento opere del pittore palermitano Francesco Lojacono (1838-1915) e dei suoi discepoli, capolavori del vedutismo ottocentesco che restituiscono la luce e i colori di una Sicilia scomparsa.

All’ultimo piano opere di Gianbecchina e Philippone, Raffaello Politi, Tommaso Santella, interpreti della cultura figurativa dell’‘800 e del ‘900 (fra accademia e classicismo il Politi e art nouveau il Santella).

Al piano terra un Presepe di Roberto Vanadia e i “Pupi” di Carmelo Guarneri.

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MOSTRE

 

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